giugno 02, 2011 -
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Una telefonata. Dalla mia casa vuota.
Io non sono pazza. Ma se chiamate la neuro male non fate. A prescindere.
Fino a due giorni fa non ero a Napoli, ma oltre il Garigliano. Posto dove mi reco piuttosto frequentemente per svariati motivi. Ovviamente, quando parto, porto con me i canotti. I gatti (tre mici buffi e pelosi dei quali sono felicemente ostaggio) restano a casa. E vengono accuditi da una persona della quale mi fido e che gironzola segretamente con le chiavi di casa mia. Una sera, come ogni sera, ero col compagno e i cagnoni e passeggiavamo lungo uno dei viali pieni di lucciole che mi circondano casa in quella zona dove, ancora per un po' in questo periodo - visto che tra non molto arriveranno gli zulù e ci resteranno fino ad agosto inoltrato - , non si sente nulla. Nessun rumore. Se non quello del mare, il verso dei grilli e quello delle rane che bivaccano in uno stagno vicino. La solita passeggiata serale, insomma. I cani mollavano e io li inseguivo con busta e paletta. Torniamo a casa, mi addivano un secondo prima di spogliarmi per andare a letto, afferro l'iphone e trovo una chiamata persa. Già il fatto che alle 1.40 di notte m'arriva una telefonata non è stata una cosa che m'ha dato subitaneo conforto, sinceramente. Ho pensato al peggio, ma ho davvero rischiato l'infarto quando ho visto che quella telefonata era arrivata da casa mia. Vuota. No, non sono rincoglionita. Cioè un po' sì, ma non fino a questo punto. Premettendo che già tre anni fa qualche scimmia s'è arrampicata sulla facciata del palazzo, m'è entrata in casa ed ha afferrato l'afferrabile, potete facilmente immaginare come mi sono sentita...
Quando ho detto al compagno quel che stava succedendo la mia paura è aumentata vedendolo diventare prima bianco, poi viola e poi verdognolo. Cerchiamo di capire e richiamiamo. Nulla, telefono staccato. Non occupato o squillante a vuoto. Staccato proprio!
«Cazzo. Ci sono i ladri, è sicuro.»
«Abbè - sbotta lui - , si pigliano i colli di cazzo questa volta. Praticamente ci siamo portati dietro tutto...»
«Miezu scè! Il mio computer sta a casa! E poi che cazzo ne sai se non ci distruggono i mobili perchè si so' incazzati che non hanno trovato niente?»
«Non penso sia possibile. Farebbero bordello. E poi da dove entravano?»
«E se hanno sgamato che Giorgio c'ha le chiavi per andare dai gatti, l'hanno torturato, se le so' fatte dare e so' entrati a padreterni? Vabbuò, comunque chiamo la polizia. Tu prova ancora col tuo cellulare a chiamare a casa e vedi se ti risponde qualcuno.»
Mi faccio subito passare il 113 di Napoli.
«Si, senta mi chiamo pincopallina. Io mi trovo a Formia, ma ho ricevuto poco fa una telefonata da casa mia. Che però, da quanto ne so, doveva essere vuota!»
«Ma che sta dicendo?»
«Sto dicendo che evidentemente c'è qualcuno in casa!»
«Ma lei mi sta dicendo che ha ricevuto una telefonata sul cellulare dal numero di casa sua?»
«SI!»
«E che a casa sua non c'è nessuno?»
«Non dovrebbe, ma se ci sono i mariuoli io la palla magica non ce l'ho!»
«Ma lei è sicura che quello è il numero di casa sua?»
M'incazzo.
«Senta, tagliamo corto. Io non sono ubriaca, non mi drogo. Sono perfettamente lucida e so che cosa le sto dicendo! Restiamo al telefono o vedete di mandare una volante almeno a fare un controllo dall'esterno? Io comunque sto salendo in macchina e sto venendo a Napoli...»
«Si, mandiamo subito la macchina. Comunque la richiamiamo e le facciamo sapere qualcosa.»
Corsa disperata verso casa. Ma disperata veramente. Considerando che non c'è stata la testa di montare il navigatore e che, quindi, m'aspetta una cartella di multe da cagarci dentro.
Durante il tragitto i pensieri volavano, così come cresceva la preoccupazione. A un certo punto il mio compagno ha una sorta d'illuminazione:
«Senti, ma non è che so' stati i gatti a fare qualcosa? Prima di partire noi abbiamo montato la Wifi a casa e per controllare che fosse tutto a posto ti sei chiamata sul cellulare con uno dei due cordless, ti ricordi? Non è che uno dei gatti è salito sulla scrivania e ha pigiato il tasto ed è partita la chiamata?»
«E com'è secondo te che mò chiamiamo, ma risulta staccato?»
«Non lo so, magari per giocare hanno pure staccato i fili...»
«Abbè, se la polizia ci richiama questo non glielo diciamo...Comunque se troviamo il cordless staccato dalla base, o per terra o solo con la tastiera all'aria sulla scrivania sicuro so' stati i gatti.
E io li scanno. »
La polizia mi richiama e mi dice che, almeno dall'esterno, sembrava tutto regolare. Non un rumore, nessun segno di scasso o simili.
La tesi felina cresce.
Arriviamo a casa. M'aspettavo di trovare qualcosa o qualcuno. Una traccia, un segno. Invece nulla. I telefoni erano esattamente come li avevamo lasciati, poggiati ognuno sulla propria base. I fili erano attaccati. Il router spento.
Che cazzo è successo? Eh, booh! Lo sapete voi?
Ci tratteniamo un pochino a casa, anche per cercare di capire o quantomeno per riprendere le normali funzioni cognitive dopo uno stress del genere. Mi coccolo i gatti e gli spiego che saremmo tornati praticamente dopo qualche ora. Ripartiamo. Attraversiamo strade albeggianti col cielo tinto di celeste chiaro, rosa e color oro. Ovviamente il sonno è andato a farsi fottere, ma non il dubbio. Arrivati, tra gli uccellini che cinguettavano e i cani che con gli occhi ci chiedevano dove cazzo eravamo stati fino alle 6.00 del mattino, abbiamo preso il caffè controllando il Pc.
Giusto per vedere se da casa, per caso, fosse anche arrivata qualche email.
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