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27 mar 2024

Monoclonali


Il 27 marzo ho fatto i monoclonali. Detta così pare che mi abbiano messa in una camera iperbarica dentro qualche tauto bianco con uno scenografico fumo che usciva sotto. Invece mi hanno bucata sette volte e solo all’ottavo tentativo hanno beccato il centro del port per iniettarmi degli anticorpi intelligenti che dovrebbero uccidere le cellule del cancro e fare ciò che i miei anticorpi non riescono a fare da soli. Mentre ero su quella soporifera poltrona arancione col poggiapiedi, guardavo la flebo scendere lentamente e cercavo di capire se, nonostante la bubbazza di cortisone, Tachipirina e antistaminico che mi hanno dato in via preventiva, avevo una reazione allergica. Stavo attenta al minimo sintomo, come l’oncologo mi aveva detto di fare. Intanto immaginavo quel che stava succedendo nel mio corpo.I monoclonali entrano e si organizzano in truppe con file ben ordinate, tutti vestiti di bianco con tenuta antisommossa e con una stellina blu sul petto. Il capo è uno solo e tutti gli altri, qualsiasi cosa dica, gli rispondono “signorsisignore!”
Lui si atteggia un poco come Mussolini salendo su una pila di piastrine e grida con le mani nei fianchi.
“Dobbiamo (pausa) attaccare (pausa) quelle cellule (pausa) senza pietà!!!”
Ovazione generale.
“Quelle cellule (pausa) non sono sangue patrio (pausa) e questo non è il loro paese!”
Ovazione generale peggio di prima.
“Adesso (pausa) attacchiamo in truppe da accerchiamento! (Pausa e ovazione) Avanti!”
E allora i monoclonali sono partiti con manganelli e spranghe da fascisti, uccidendo gli intrusi che ovviamente tentavano di scappare ovunque per scappottarsi le mazzate. Immaginatevi denti zompati e braccia rotte, crani fracassati e facce distorte.
“Signore cosa ne faremo dei cadaveri, signore!”
“Adesso arriva il cortisone a pulire tutto.”
Poco dopo, infatti, si sonno presentati una serie di omini su camionette tipo quelle dell’Asia, tutti con la tutina arancione. Raccattavano i corpi e li mettevano nel compattatore senza commenti. Dall’altra parte del mio corpo, il mio sistema immunitario sonnecchiava beato finché non è arrivata in filodiffusione una voce che raccontava brevemente ciò che avevano fatto i monoclonali.
“Tonì! Tonì! Scetet, Tonì!”
“Ooohhhhh….” (Voce di sonno)
“Pigliamm e mezz, dobbiamo andare in piazza.”
“Ma ch’re?”
“UAGLIÙ! PIGLIAT E MEZZ!”
Me li sono immaginati tutti su SH bianchi, anche loro vestiti con tutine bianche ma con una stellina gialla. Senza casco, occhiali da sole a mascherina completamente bianchi. Sono arrivati a frotte con l’espressione di chi si doveva levare i paccheri da faccia e rivolgendosi a quel ducetto improvvisato: “A chi cercat.”
“Siamo i monoclonali. Ci hanno mandato a fare il lavoro vostro.”
“Si, ma a chi cercat.”
“Nessuno, abbiamo già trovato e dato. Vedi che cazzo abbiamo combibato? E tu addo stiv?”
“Ma ca nun tenumm bisogn e nisciun. Ce la facciamo da soli.”
“Si, si. Abbiamo visto. Stavate strafatti di Tachipirina buttati comm a tant fun fracet.”
“Gaetà l’ama fa zumpà!” dice un anticorpo all’orecchio del capo.
“Statt zitt e famm parla a me. Vabbè, ma mo jatevenne nuje tenimm l’esclusiva dind a zona.”
“Sbagliato. Torneremo ogni volta che ci daranno ordine di intervenire.”
Primo spintone
“Non mettere le mani addosso”
Secondo spintone
“Ti ho detto non mi toccare!”
Intanto gli eserciti si preparavano alla guerriglia. I monoclonali hanno alzato gli scudi e abbassato le visiere, gli anticorpi hanno preso le pistole. Io, da fuori, ho chiamato l’infermiere.
“Secondo me sto per smettere di respirare.” Rapido controllo: “Eh, s’sta chiurenn ngann. Adesso ti stacco la flebo e aspettiamo che l’antistaminico ti aiuti. Poi riprendiamo con la fisiologica.”
La guerriglia urbana è stata evitata dall’antistaminico che ha buttato fiumi di liquido rosso tipo dal balcone, avete presente?
Ecco. Io sono uscita dall’ospedale alle 15, dalle 8 del mattino. Nel frattempo pare che il mondo stesse comprando l’uovo di Pasqua a mio figlio. Adesso casa mia sembra un bar; ne ho ovunque, poggiati un po’ dappertutto.
Un po’ di capelli in meno e tanta speranza.
Buona Pasqua.

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