dialogo,rimpianto
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Grosso e spalle larghe (13 novembre 2013)
Mi si è presentato davanti all'improvviso. Quando io neanche credevo esistesse. Frugale, spartano nello stile, ma raffinato nei modi. Era grosso, larghe spalle, di quelle che ti viene voglia proprio di piangerci sopra. Lunghe gambe per venire dal passato, la tristezza nelle mani, le ciglia fatte di mancanza e lo sguardo malinconico di chi pensa a quel che sarebbe potuto essere, ma non è stato. Fili d'argento tra i capelli, incastrati tra paura, vigliaccheria, scuse banali, desideri non confessati, bugie, eventi inaspettati che sono stati chiamati destino. Mi ha guardata con l'aria nostalgica e si voltava spesso dietro di sè, come a cercare qualcuno.
"L'amore non ha forma. È nato non per essere gestito. Solo per essere vissuto o anche solo sentito. E tu non puoi pretendere di controllare tutto."
"Il conto lo stai già pagando. E lo stai guardando in faccia. Lo paghi ogni volta che ricordi quelle parole, che le tocchi attraverso i fogli, che ti vengono in mente quei gesti elargiti solo per te. E ne senti la mancanza. Ogni volta che pensi a quella casa in cui non sei mai stata o a quello spicchio di mare che non hai mai guardato. E tutte le volte che ti dici 'ora è troppo tardi'."
E allora mi si è conficcato nel cuore, come uno stiletto. Ho indossato la rassegnazione e chiuso la porta. Come faccio tutte le volte, inciampando negli 'avrei dovuto'.
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