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amore,anima,caro babbo natale
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Una volta l'anno (21 dicembre 2012)
Caro Babbo Natale,
devo ammettere che è più comodo credere in un omone vestito di rosso, bonaccione e con la barba bianca, le gote rosse e magari la passione per i cicchetti anzichè cedere alla fede per un ingegnere laureato alla Bocconi, ma che di organizzativo ha ben poco.Molti lo chiamano Dio, forse esagerando. Il realtà è solo una speranza.
Ecco, se io dovessi darle una forma, sarebbe la tua. E' una bella immagine quella di un vecchio energico che guida una slitta voltante. Ben più rassicurante di uno seduto in poltrona che fa solo lo spettatore. Adesso io dovrei chiederti qualcosa, come fanno tutti i bambini, per Natale. E non c'è niente di più imbarazzante del ricordarsi di qualcuno solo quando se ne ha bisogno. Ma tant'è. La faccia tosta è necessaria, quando si ha bisogno di aggrapparsi a una speranza. Io non lo so cosa fai in tutti gli altri mesi dell'anno, quando non lavori. Mi piace pensare che te ne stai spaparanzato su un'isola semi deserta e assolata a bere mojito da una mezza noce di cocco attorniato da ragazze più giovani di trent'anni. Che leggi i giornali, i libri, ma guardi pochissima televisione. E ti riempi la pancia di risate nell'osservare l'umanità che non bada più ai sogni, che evita di lasciarsi andare, che non da peso alle emozioni. Che lotta per un carrello della spesa, litiga furiosamente per un posto auto e poi si commuove per le vittime di un terremoto. Lo so che ridi, è naturale.
Anche perchè quella stessa umanità è ambivalente, è come guardarla da una lente che ti consente di vederne due. Come se poi una sola non bastasse. Da un lato c'è quella che è presente nel corso dell'anno. Ipocrita e saccente. Dall'altro, quella (forse) più vera, che non si limita al buongiorno e al buonasera e lascia fiorire un cuore grosso così. Vorrei sapere tu a quale delle due versioni credi. Io resto un'ottimista e nonostante tutto, prediligo la seconda. Avrei potuto spedirtela, questa lettera. Ma sarebbe finita su una montagna di richieste di giocattoli. E, detto tra noi, per una donna non ricevere l'adeguata attenzione è piuttosto frustrante. Tutto quello che ti chiedo, è la capacità di godere del tempo prima della sua fine. Un po' come tentando di fare con i miei affetti più cari. Ogni giorno in più con loro è una conquista, una sorta di premio che mi porto a letto e conservo sotto il cuscino. Ogni volta che sorridono (lo fanno a modo loro, certo, ma impari a rendertene conto), sento il mio cuore scoppiare. Ecco, tutto quel che vorrei per Natale è la passione per la vita stessa, ogni giorno. E anche la forza, la stessa che ha avuto una rosa che era sbocciata nel mio giardino a Novembre. Ha superato tutto. Il primo freddo, la pioggia battente. L'ho vista assaporrare i raggi del sole quando c'erano e piegarsi al vento. Ha fatto di tutto per restare viva. Quel che mi serve, è tutta la forza di quella rosa. Sempre. Sono tuttavia consapevole del fatto che mi hai già dato tanto. C'erano ben altre cose che avrei dovuto affrontare per un pezzo del mio cuore, che è stato malato e stanco. Che adesso se la dorme sulla sua cuccia, aspettandomi, come fa ogni giorno. E che ho corso il rischio di non vederlo più. Non credo esista sollievo più felice del vedere chi ci è caro ricominciare a vivere con tutto l'amore di cui è capace. E tu questo me l'hai già dato. Ma la paura di perdere la consapevolezza che tutto quel che di bello ho, un giorno finirà e comportarmi di conseguenza, c'è. Vedi, noi umani siamo bislacchi. Abbiamo la costante paura di perdere qualcosa: le chiavi della macchina, l'ombrello, i guanti, le chiavi di casa. E non ci rendiamo conto che quel che dovremmo temere di perdere è la presa di coscienza che la vita è una soltanto. E quindi ci arretriamo tutto. Sentimenti, azioni, lacrime e gioie. Come se le occasioni tornassero sempre, ciclicamente. Come se avessimo sempre diritto a una possibilità che va oltre le nostre stesse capacità.
Cerca di fare in modo che io riesca ad apprezzare tutto, prima che sia troppo tardi.
Perchè solo così, se avrò modo di guardare i miei capelli bianchi, potrò dire che alla mia vita ho dato un sapore. E che ho fatto meglio che potevo per farla assaggiare anche a chi mi ha circondata.
Con affetto.
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