maggio 16, 2013 -
No comments
No comments
Aspettando Alessandro
Estemporanea affermazione buttata lì dalla sottoscritta stasera, attorno alle 20.30, passando per caso davanti a una rosticceria (ora sono le 23.48 nel bel mezzo della 21ma settimana): "Se tornando a casa passiamo da qui, compro le patatine fritte e me le faccio fare con ketchup e maionese."
Poi succede che decidi di andare a trovare il tuo vecchio maestro di full contact. Quello che ti ha vista sudare e piangere. Quello che si è sfogato con te un numero infinitesimale di volte mentre ti allenavi da sola, a luglio, quando tutti erano al mare. Lui ti vede, ti guarda la pancia ormai evidente, ti abbraccia forte e senza neanche chiederti come stai ti dice che sei bellissima. E ti ci fa sentire, nonostante le movenze da semi papera e l'addome da quasi sesto mese.
Quindi capita che davanti la suddetta rosticceria, al ritorno, non passi perchè sei quasi costretta ad accettare un passaggio in macchina. E allora aneli e sbavi al pensiero di quella montagna di patatine che saresti stata capace di ingurgitare senza rimpianti, dopo che per mesi hai quasi sempre desiderato soltanto frutta (che t'ha pure detto il culo di trovare) e verdura bollita. Ma pazienza, te ne torni a casa.
Il tuo compagno allora decide che la moto deve sgranchire il cilindro. Che Bruno è fermo da troppo tempo.
"Vado a fargli fare un giro di dieci minuti e torno. Tu senti il cuoricino del piripillo mentre mi aspetti."
E poi ti chiama, chiedendoti se con le patatine vuoi pure la coca cola zero, chè quella normale non la bevi.
"Basta che non mi fai un figlio con la faccia da patata...", ti dice quando torna mentre ti molla tra le mani tre porzioni di patatine e un numero indefinito di bustine di schifezza biancastra e rossa. Gli occhi ti brillano, ti siedi e magni. E poi ti godi la quiete dopo la tempesta. Senti i muscoli rilassarsi, la gioia scorrerti tra le papille gustative e subito dopo nella colonna vertebrale.
E' la sensazione che da la felicità. Che non è dovuta alle patatine, per quanto io le abbia desiderate. Ma alla consapevolezza di avere accanto chi di me si prende cura, senza dirmi niente. Che lo fa e basta, in silenzio, quasi guardando da un'altra parte. Voi che non avete mai vissuto gravidanze e che mi dite che le voglie non esistono o che ve ne uscite con dei minacciosi quanto inutili: "Uè! Piano con i chili!", quando e se avrete questa stessa fortuna, mi direte. Intanto levateve. Che la felicità ha bisogno di spazio. E non ama l'ignoranza.
0 comments:
Posta un commento