La cardarella è poliglotta. Translate!

23 ago 2012

agosto 23, 2012 - No comments

Un posto dove il cuore riposa e la mente non chiede

 Magari un giorno avremo un posto solo per noi, dove raccontarci trent'anni. 

Dove sederci e avere ricordi solo nostri. 
Un posto dove il cuore riposa, la mente non chiede e le domande, i rimpianti, i rancori sono solo qualcosa che conosceremo a malapena. 
E sarà un posto che conosceremo solo io e te, perché nessuno avrà il coraggio di arrivarci. Perchè, vedi, vivere senza rancore, senza un capro espiatorio per il dolore, è da coraggiosi. E noi siamo coraggiosi. 
E tutte le gioie che abbiamo provato l'uno lontano dall'altra saranno comuni, come se non avessimo fatto altro che stare sempre insieme. 
E ne parleremo ridendo del momento in cui te ne sei andato e io mi sono sentita abbandonata un'altra volta. Ed è proprio così che è stato. 
Perché l'averti avuto accanto per così poco mi ha dato la triste consapevolezza di tutto il tempo che abbiamo perso. Mi ha dato in bocca il sapore amaro di tutti i ricordi che non abbiamo. Di tutte le volte che ho chiamato nel momento sbagliato, di tutte le volte che avevo da fare, di tutte le volte che ti cercavo ma non c'eri. Di tutte le volte in cui hai chiamato tu, ma io non ho risposto. 
E ci sarà il vento ad asciugare le lacrime dei giorni perduti. Le stesse che ho versato qualche giorno fa, quanto ti ho visto allontanarti. 
Avrei voluto avere una corda, in quell'istante. Tirarla forte e recuperare anni che ormai ho tutti nel cuore. Assieme alle parole rancorose di chi non ha fatto altro che allontanarmi da te. Certo, avrei potuto fermarmi da sola a pensare, a valutare, a capire. 
Avrei dovuto farlo, prima. Ma sono stata presa dalla vita, dalla sopravvivenza. E un po' anche da me stessa. 
Ho chiuso gli occhi. 
E tu lo sai, sì lo sai, che ancor peggiore della consapevolezza del tempo perduto, è la consapevolezza del chi ti ha sottratto quei ricordi dal niente. A prescindere. 
E' un tormento vivere con ricordi che non ho e pensare che arriverà il giorno in cui non ti guarderò più negli occhi, sapendo che non l'ho fatto mai abbastanza. 
Ma quel posto solo per noi c'è e un giorno sarà lì che ci rivedremo. 
E l'istante in cui potrò abbracciarti ancora, mi ripagherà di tutto il tempo andato. 
Intanto ti lascio questa. Quella che ascoltavi tu mentre ti preparavo il caffè. 
Tra poco vado a lavorare, papà. 
Ci sentiamo più tardi.

3 ago 2012

agosto 03, 2012 - No comments

Tre per uno

 «Io te l'avevo detto che avremmo fatto tardi.»

«Lo so.»
«E quindi?»
«E quindi detesto quando mi dici che me l'avevi detto.»
«Ma accade spesso.»
«Infatti io lo detesto spesso.»
Silenzio.
«Invece io detesto le tue pause.»
«Ma quali pause se ci sono sempre?»
«Sì, ma a volte stai zitto. E questo non mi piace.»
«Non è che sto zitto. E' che evito di parlarti.»
«Perché?»
«Non capiresti.»
«Prova a spiegare lo stesso, vuoi?»
«Non capiresti neanche se mi sforzassi. Tu ed io siamo troppo dissimili, anche se apparteniamo alla stessa persona.»
«Io invece comincio a pensare che siamo quasi uguali. Solo che tu parli di sensazioni, io di pensieri. Tu di emozioni, io di opinioni. Ma l'anima è sempre quella. Lo spirito che ci unisce è uno soltanto.»
«Quando mi fai questi ragionamenti mi mandi in estasi. Si vede che t'impegni parecchio.»
«Non lo nego. Sai che cos'hai di bello, tu, invece?»
«No, cosa?»
«Che per essere perfetto non ti ci applichi neanche.»
«Io non sono perfetto.»
«Ma certo che lo sei. Instancabile, mai pigro, sempre pregno di sentimenti da regalare, sorrisi da far sbocciare. Cosa sono al tuo confronto, io?»
«Tu sei il mio motore. Senza di te non calerei il freno a mano come tanto spesso faccio. Perché, vedi, prima dell'emozione c'è l'idea di essa. E quella la crei tu. Il faccio solo il resto. Ma a volte mi sbaglio. E tu lo sai come fa il cuore, quando s'è sbagliato.»
«Hai visto che bella luna che c'è stanotte? E le stelle. »
«Cosa ti dicono?»
«Che domani il tempo sarà bello. E a te?»
«Che è già domani. E che a volte bisogna non dimenticare di provare gioia perché si è vivi.»
«Nonostante le preoccupazioni ricorrenti che suscitano alcune parti di me?»
«Ma certo.»
«Nonostante la nostalgia che puoi far nascere tu, di tanto in tanto?»
«Sì. E non fare così tante domande come al tuo solito. Adesso dovremmo dormire.»
«Ma sentilo. Lo dice lui che non dorme mai.»
«Infatti parlavo per te. Io non posso, tu sì. E sarebbe il caso che lo facessi.»
«Mi addormenterei se l'anima di chi mi appartiene non fosse così inquieta.»
«Cosa la turba?»
«Non so bene, dovresti dirmelo tu.»
«Ci sono cose sconosciute dell'anima, anche a me.»
«Allora? Vogliamo fare un po' di silenzio?»
«Eccola, la solita guastafeste.»
«Scusatemi, ma vista l'ora vorrei cercare di dormire.»
«Ma non puoi farlo se non trovi un accordo con i piani superiori, anima mia.»
Silenzio.
«Mente cara, potresti acquietarti per qualche ora?»
«Posso farlo solo se tu smetti d'inviarmi messaggi da elaborare.»
«Ecco, io ve ne sarei molto grato. Anche perché prima di arrivare al cervello quei messaggi passano attraverso me che di notte dovrei pensare solo a battere.» 
Silenzio.
«Proviamo a guardare questo spicchio di città che dorme. A sperare della felicità della gente. Sapere che qualcuno che non conosciamo è contento può essere un buon calmante, in una notte come questa.»
«Io ho dei dubbi.»
«Mente, sei la solita scettica.»
«Zitto tu, pensa a non fermarti o dovremo farlo tutti.»
Il corpo si alzò dalla scrivania avviandosi alla finestra. L'aprì e vide il buio di notti sconosciute. Immaginando baci ignari della vita a venire, baci abitudinari, affettuosi. Cuori stanchi, anime preoccupate, menti messe a ferro e fuoco da amori lontani. Vita vera, affetti, speranze, sogni estranei. Sorrise col cuore, con l'anima e con la mente. Accorpando qualsiasi aspettativa possibile. Si calmò e lasciò andare uno sbadiglio tanto profondo da far lacrimare gli occhi.
Si accasciò sul letto senza eleganza.
«Sta per dormire. Buonanotte, anima.»
«Buonanotte mente. Buonanotte, cuore.»
«Non prendermi in giro, stupida. Io non dormo mai. Pensate ad emozionarmi, piuttosto.»
«E come?»
«Con un sogno degno di essere ricordato, domani. Adesso smettete di fare domande. Sognate. Io posso farlo solo di giorno, solo con gli occhi già stanchi da troppe domande. Voi avete la fortuna di farlo rilassandovi, potete lasciarvi andare anche alla pigrizia. Io no. Regalatemi un sogno che mi faccia felice, anche se col tempo verrà dimenticato.»