La cardarella è poliglotta. Translate!

15 dic 2011

dicembre 15, 2011 - No comments

La vecchiaia è cazzimma

 Se si fosse trattato di un anno fa, ai signori del post precedente, già avevo inviato i soldi stamattina anticipandoli per tutte le persone che hanno dato la loro adesione alla colletta. Ma con la vecchiaia si diventa saggi. E anzichè rallentare, si tira proprio il freno a mano. E io così ho fatto. Ieri sera mi sono venuti dei dubbi e ho pensato che avrei potuto fugarli soltanto chiamandoli. Anche per capire se avrebbero accettato la cifra, quale sarebbe stato il metodo a loro più comodo per riceverli. Quando poi ho visto che a me era stato fornito un civico, mentre l'elenco telefonico on line ne registra un altro, mi sono ulteriormente convinta a telefonare. Chiamo, un'ora fa. 

Il telefono ha squillato a vuoto fino alla nona volta più o meno. Poi ha risposto un uomo. 

Lui: «Pront'!?», tutto incazzato. Mi sono presentata, gli ho spiegato che non mi conosce - e il tizio mi ha interrotta una cosa tipo cinque volte con un raggelante «si, ma muoviti che c'ho da fare» e questo già è tutto dire - e che con altre persone stavamo cercando di racimolare una cifra da fargli avere per consentirgli di fare la spesa per Natale e, se andava bene, anche un po' oltre. Che non lo facevamo perchè a Natale si è tutti più buoni visto che non crediamo alle puttanate, che si trattava soltanto di un aiuto nei limiti delle possibilità di ognuno, che se per loro sarebbe stata la soluzione più comoda mi sarei messa in macchina e glieli avrei portati di persona, che non era considerabile elemosina, ma soltanto una carezza, quando questo mi fa: «Noooo, ma io c'ho le terre...»

Io: «Prego?!»

«Si, io c'ho le terre. Comunque ti passo mia moglie, però muoviti che c'ha da fare anche lei.» Effettivamente non riaggancia come credevo e mi passa la signora, molto più paracula del marito. Nessuna delle due fa riferimento a quel che l'ansa ha riportato l'altro giorno, ma il fatto aleggiava nell'aria di casa mia e di casa sua, come una doppia lama pronta a sfondare il cranio di chi ne avrebbe fatto velatamente menzione. 

Questa mi ha detto che hanno un nipote nei frati francescani, dei figli, che trascorreranno con loro le festività imminenti e che non ci sono più le mezze stagioni. 

[...]

[...]

A un certo punto a telefono è venuto il figlio.al quale ho spiegato, con pazienza, di nuovo, la situazione. La doppia lama era sulla mia testa, in quell'istante. Lui ha arrabbattato una serie di scuse citando, nell'ordine: arteriosclerosi, alzheimer, vecchiaia, rincoglionimento e cazzimma (anche se su queste ultime non ha detto proprio così) e argomentazioni simili, inframmezzate da versi - se fossero state onomatopee da fumetto ci sarebbero state non so quante 'h' - a palesare l'imbarazzo. La lama, a quel punto, era passata sui suoi coglioni. Ho chiesto se effettivamente i signori non hanno necessità della cifra che stavamo cercando di raccogliere, se davvero posseggono dei pezzi di terra eccetera, precisando: «Perdoni la sfracciataggine, ma sa...nessuno naviga nell'oro. In questo periodo, poi...Sinceramente mi aspettavo una conversazione di tutt'altro tipo e le chiedo di dirmi con franchezza se è il caso che si vada fino in fondo o se è meglio che ognuno di noi sborsi quella cifra per un barbone che dorme in strada per esempio, in palese stato di necessità.»

Ho puntuato sul senso di colpa. Non mi restava altro. 

Il madonna ha sblaterato qualche altra onopatonea vocale e poi ha detto, in sostanza, che non era il caso che ci disturbassimo. Ci siamo salutati (in realtà io l'ho fatto con un chitammuorto tra i denti) ed è finita lì. Non contenta mi sono messa a spulciare su internet per vedere se qualche quotidiano locale riportava la notizia nel dettaglio. Se c'era qualche giornale on line che avrebbe potuto dirmi di più. Cosa che avrei potuto fare ieri, è vero. Ed ho trovato questo. 


Se volete regalare qualche soldo a chi ne ha bisogno più di voi, a 'sto punto, inviateli a un canile, un gattile o comprate qualche coperta da regalare a un barbone che magari dorme davanti il portone di una chiesa. Chiuso, che te lo dico affare...


Questo fatto, a ben pensarci, mi è servito anche come test. Adesso so chi, effettivamente, sarebbe stato disposto, pur non essendo ricco, ad aprire il portafogli e privarsi di qualcosa per qualcun altro. E chi, invece, palesa una fasulla solidarietà di plastica facendo un bla bla bla continuo e inutile. Che si lamenta delle condizioni attuali del Paese. 

E non fa nulla, per migliorarlo.


14 dic 2011

dicembre 14, 2011 - No comments

Rubare per mangiare

Ieri l'Ansa ha riportato la notizia di due anziani della provincia di Teramo che hanno rubato in un supermercato cibarie per un valore di 70 Euro. Pasta, carne. Nascoste sotto il cappotto. Vivono soltanto con la pensione minima di lui. Quando sono arrivati i carabinieri che li hanno identificati hanno ammesso di aver rubato per mangiare, perché non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. Sono riuscita oggi a reperire l'indirizzo di queste persone ed ho intenzione di raccogliere un po' di soldi per permettergli di fare la spesa. Almeno per la settimana di Natale. Magari, se gli gira, in quello stesso supermercato dove quella latrina del direttore (anziché pagargli da mangiare per almeno tre giorni) li ha denunciati, fregandosene. Chi vuol prendere parte alla raccolta può contattarmi in privato via email
Inutile dire che sarà fatto tutto nella massima trasparenza. Posterò lo screenshot dei bonifici ricevuti e la scansione del vaglia postale che ho intenzione di inoltrargli entro la fine di questa settimana, al massimo lunedì prossimo. 

Non m'interessa essere più buona a Natale, né mi frega del Natale in sé. Ma visto che per adesso mangio ancora tutti i giorni, mi è difficile farlo senza pensare a loro che ieri, a casa, ci sono tornati senza cibo.

11 dic 2011

dicembre 11, 2011 - No comments

La cardarella. Istruzioni per l'uso.

 La cardarella è una femmina. E come tale va trattata. Con delicatezza, eleganza, savoir faire e anche una certa cazzimma. 

Se la cazzimma non ce l'avete e non avete neanche imparato a svilupparla vivendo la vostra insulsa quotidianità, è meglio che non tornate. 
La donna di cui sopra potrebbe rivelarsi un'incontenibile stronza, pronta a mozzicarvi in testa nell'attimo culminante per poi sputare pezzetti di cranio, rivestirsi e chiudersi la porta alle spalle come se nulla fosse. 
Quel che mi lascia alquanto perplessa è il fatto che persone per le quali ho (?) stima, e che hanno certamente un buon grado di kazèn (leggasi cazzimma nipponica, quindi anche un certo grado d'internazionalità tra i bordi dello sfintere), mi scrivono di aver provato a lasciare un commento tra queste pagine ferrose, ma invano. Indi...
E' il caso di scrivere un paio di righe con le istruzioni per maneggiare la cardarella. 
Fatevi un caffè, portatene uno anche a me, sedetevi e imparate l'arte del saper campare.
Per prima cosa, una volta che avete gettato l'ancora e vi siete fermati qui, chiedetevi se non mi state sul cazzo. 
Lo appurate facilmente, leggendomi. 
Ciò che farete dopo che ve ne sarete resi conto è sotto la vostra totale responsabilità, quindi non saranno ammesse crisi isteriche per un eventuale sfanculiamiento ricevuto. 
Se poi, per pietà o tempo da perdere, volete lasciare un commento nel quale certamente mi scriverete ciò che pensate, arrivate con quel topo morto che avete nella mano destra all'inizio del post. 
Fatelo, 'sto sforzo. 
Vedrete che c'è un numerino che sovrasta - accanto a data e categorie - il titolo dello sproloquio in oggetto. Cliccateci sopra, ma attenzione a non sudare freddo e ai colpi d'aria. 
Io non mi assumo responsabilità, né vi pago le spese legali. 
Vedrete che automaticamente la pagina vi reindirizzerà alla fine del post, dove comparirà come per magia un rettangolo bianco con una scritta in grassetto nero di semplice comprensione: "Posta un commento".
All'interno del suddetto rettangolo, potrete scrivere quel che volete, anche in anonimato, non c'è problema (ho dato gli appositi settaggi un attimo fa. Si, io non dormo. E neanche ho in programma di morire, quindi cercate di rassegnarvi). 
La cardarella è una donna e va maneggiata con cura. 
Non è di semplice comprensione e, per comunicarci, dovete per forza perderci il tempo.
Adesso ripiegate il foglietto esattamente come l'avete tirato fuori dalla scatola e rinfilatecelo dentro, scrupolosamente. 
Conservatelo, fate uno sbadiglio e andate in pace.
Ammèn.

Elucubrazioni di un lavoratore

L'altro giorno sono passata in terra natìa. Lo so che cosa state pensando e so anche quale espressione state assumendo. 
Vi vedo. 
Quindi vi conviene tatuarvi in faccia il concetto del pare brutto e fingere interesse. 
Ad ogni modo ci sono andata perchè ogni tanto è anche giusto che veda i miei genitori. 
Ma pure per assicurarmi che non gli manca nulla, diciamo. 
Fatto questo con mammà, sono passata da Giggino. Mio padre. 
Sapeva che sarei arrivata ed ha avuto il buon gusto, forse per la prima volta, di non farsi trovare con quel pigiama blu a pallini celesti che schifo a morte. 
Se ne stava comunque buttato sulla poltrona a zappingare nervosamente col telecomando, mentre elogiava la vittoria del Napoli con un abbiamo continuo, ad ogni elucubrazione mentale da allenatore mancato. 
Passando di canale in canale a un certo punto si è ipnotizzato davanti alla faccia di Mario Monti. Quello del governo tecnico, quello dei Rockefeller, dell'inizio della recessione, del decreto salva italiasguarra mazzo agli italiani
Mò voi dovete sapere che finchè Giggino segue la politica in Tv o la legge sui giornali è silenzioso. Lo fa senza commentare, nè dare pareri o bestemmiare. 
Ma se solo si apre bocca e si cerca di dire una cosa tipo: «Papà ma tu che ne pensi di...», avete caricato il pupazzo. Avete messo il proiettile in canna al fucile a pompa. Avete dato la corda al bambolotto omicida di psyco. Non ci vogliono neanche i paccheri, per farlo parlare. Inizia da solo, come se fiatando si fosse premuto automaticamente un pulsante per telecinesi. 
E anche l'altra sera, non è stato diverso. 
«Quello, questo fatto, è solo colpa di Berlusconi. E' stato chillu nan' e merd' a dire continuamente che andava tutto bene, che l'Italia stava bene, che i negozi erano pieni, che i ristoranti erano pieni, che la crisi non c'era, che era un'invenzione dei comunisti, che i comunisti sono disfattisti, che era tutta una macchinazione della sinistra e compagnia bella. 
E' colpa sua se mò ci ritroviamo con un debito da trenta milioni e ancora stiamo sul filo del rasoio che se non ci stiamo accorti facciamo la fine della Grecia dove chi guadagnava mille, mò piglia trecento!» 
[Pausa] 
Mano sbattuta violentemente sul bracciolo della poltrona. 
Continuo monologo: «Ma vedi tu un poco la madonna se noi per un bastardo imprenditore di quella mamma merdaiola di chi gli è stramorto mò dobbiamo aprire il mazzo e farcelo mettere in culo, ma tu vedi un poco! Ma io veramente gli andrei a tirare 'e megjie pil' a chillu piezz' 'e rinal!» 
[Pausa] 
Ingiurie in successione: «Quello è cantaro.» 
[...] 
«Quello è un rinale!» 
[...] 
«Quello è una cacata di uomo!» 
[...] 
«Ma chill' adda fa 'na mala mort' chillu figl' 'e puttan'!» 
[Sospiro. Pausa.]
Continuo escandescenza: «Quello aveva un solo obiettivo, quando è sagliuto al governo. Farsi le leggi a cazzi suoi per non andare in galera. Ma tanto quello in galera non ci andrà mai, è un vecchio, pure le galere lo schifano! Se però ci andasse - gesto circolare con la mano ben puntata in aria come a dire: "Patatè, pienzc' tu!" - e lo mettessero in una cella con un chiattone di 160 Kg io gli andrei a fare lo zabbaione tutte le mattine. Al chiattone." 
Io, che fino a quel momento avevo ascoltato con interesse e che mi ero pure aggiustata gli occhiali sul naso tentando di acchiappare ogni frase, ogni parola che era uscita dalla sua bocca per conservarla gelosamente, ho accennato un timido: «Ma della manovra che ne pen...» 
Lui aveva già ricominciato a parlare: «Mò la manovra, no? Era necessaria! Possono dire quello che vogliono loro, quegli altri quattro piecuri. Si doveva fare e basta! L'unica cosa è che io la penso come i sindacati. Non c'è stata equità. Con i chiattilli Monti c'è andato troppo soft. E' come se a noi, a culo secco, avesse detto di aprire le pacche. E a loro avesse consigliato prima il bidet con l'acqua calda, poi il luan e poi la vasellina - se fate  robe simili, prendete nota -. Però sai dove mi è piaciuto assai? Sul fatto che vuole far avere gli aiuti alle aziende per favorire l'assunzione giovanile. E li manderà anche al Sud. Però le assunzioni devono essere con contratto a tempo indeterminato, non come fece quel ricottaro magnafranc' di Berlusconi che permise il contratto a tempo determinato e cioè lo sfruttamento del lavoratore.» 
[...] 
«Mò la prima coltellata ce l'ha data con la benzina. I benzinai mò si fanno le ville coi soldi nostri, si arricchiscono! Perchè lui ha detto che devono aumentare di tot. Ma secondo te nisciuno ce mette altri quattro centesimi per cazzi suoi? Eh! E vedi alla fine della giornata 'nu strunz e chill quanto s'abbusca! La pompa qua giù, già ha aumentato a 1.779 al litro. Tu a un crstiano che campa di stipendio e che prende la macchina per andare a lavorare, con un aumento simile, l'eccis'! Ma tu ti rendi conto - mi diceva mentre mi fissava con la carotide gonfia e la faccia abboffata e rossa - che vuol dire pagare tutti 'sti soldi di benzina? Mò voglio vedere se per quando aumenterà l'IVA o anche prima, i prezzi della benzina caleranno e chi li calerà. Quelli i benzinai sono una manica di ricottari pure loro...Secondo te qualcuno si prenderà la briga di rinunciare ai soldi a for' man' che già si sta facendo?!» 
[...] 
Altra mano sbattuta con violenza sull'altro bracciolo della poltrona. Poi l'affermazione clou: «Mannagg' a mort', ma chill ce vuless' Musulin'!» 
Credo che in quel momento io abbia smesso di respirare e abbia avuto un arresto cardiaco che farà sentire le sue conseguenze tra qualche anno. Di sicuro l'aria si è fermata. Il tempo, si è fermato. Lo spazio è diventato piccolo, piccolo e tutta l'umidità si è asciugata in uno scarico di cesso immaginario. Ho guardato mio padre abbassandomi gli occhiali sul naso sperando in un eventuale continuo della frase. Si, perchè Giggino è rosso dentro, è rosso di cuore, di bombe fatte in casa negli anni '70 e di canne fumate davanti alle sezioni missine. E' rosso di mazzate date e ricevute, di strategie d'attacco organizzate con Lotta Continua e bestemmie anticapitaliste. Capirete che un'escalazione così, detta da uno così, è una cosa che fa riflettere...E' praticamente la voce della disperazione.
Lui mi ha vista e con l'espressione rassicurante ha detto: «Ma pure qualche cosa di sinistra, però!» 
Io, subito: «Baffon!» 
Lui: «Eh, tutti e due insieme a fare il giro delle pompe. Uno con la bottiglia di olio di ricino in mano e l'altro con la cartina d'a Siberia. Se è una cosa lo mandano in qualche gulac mentre si caga sotto e ce lo siamo levato dalle palle.»
[...]
«Non si tratterebbe di vendetta, ma di difesa del proletariato!»
[...]
«Mò tu lo sai che nonno è vecchio e che se gli chiedi che ha mangiato a mezzogiorno manco se lo ricorda. Che se ti vede, per niente non ti riconosce. Ma se gli domandi qualcosa della guerra o del ventennio fascista, è cazzo di raccontarti tutte le cose che non stanno scritte sui libri. Infatti dice che nel mercato dove la gente andava a fare la spesa, c'era una figura di Stato della quale non mi ricordo il nome. E 'stu maronna se ne stava vicino a una bilancia dove tu, una volta che avevi comprato, potevi andare a pesare e vedere se ti avevano fottuto anche solo di 50 gr. Sto parlando di un controllo statale, di una vigilanza. Se appuravano che avevi ragione, a quello se lo portavano proprio.»
[...]
«Non si tratterebbe di vendetta, ma di difesa del proletariato!»
[Pausa. Espressione nostalginca. Sospiro.]
Conclusione: «Se ci stava Baffone, mò... c'o cazz'!»

2 dic 2011

dicembre 02, 2011 - No comments

Poi dice che uno scaglia l'anatema...

 Mò non è che vorrei passare per intollerante o per una che da troppa importanza alle stronzate, ma quando un vaffanculo lo devi trattenere perchè chi hai davanti è una latrina polemica che sarebbe pure cazzo di chiederti perchè ce lo stai mandando, poi dopo devi scrivere. Soprattutto se non hai potuto montare il sacco pesante in cortile (ci sto lavorando, comunque. A montare il sacco. Ma non è una cosa semplice perchè ogni volta dovrei montarlo e smontarlo, altrimenti se lo potrebbero fottere. E perdere un coso del genere che costa più di 100 Euri, sinceramente, mi farebbe bruciare un po' il culo...). 

Ad ogni modo no, non tergiverso. 
Ho saputo, giusto stamani, che un mio conoscente non sta bene. 
Non è che è un non sta bene grave. Credo sia raffreddato, abbia febbre e altre cosette che per gli uomini sono una tragedia senza fine mentre per una donna rappresentano l'ordinarietà dei fatti, sommata a vaginiti, gonfiori, dolori premestruali, emicranie e scuse da inventare. 
E già questo è tutto dire, credo. 
Visto che la sottoscritta è anche una persona leggermente compassionevole e che il suddetto lo conosce, ha mal pensato di inviargli una mail per chiedergli come si sente, che telefonargli magari sarebbe potuto essere un po' troppo invadente. 

"Ho saputo adesso. Come ti senti?"
"Una merda grazie"


A parte che una frase, seppur di senso compiuto, senza punteggiatura già mi fa girare i coglioni. Ma poi non sarebbe stato più educato rispondere: "Non bene. Ma passerà. Grazie, comunque." ? 
Capisco che sei un po' preso da te stesso. Capisco che con me hai pigliato i pali negli occhi. Capisco che tutto sommato sì strunz' pure tu...ma che sfaccimma! Ti costava così tanto un minimo di gentilezza? Semmai dovesse esserci una prossima volta, non meravigliarti se anzichè chiederti come ti senti ti grido in faccia un corposo: "Jett' o' sang' e muor'!"

Questo anche per farvi capire che io ho comunque fiducia nel genere umano. 
Prima o poi ce la farà ad estinguersi.
Ossequi.