La cardarella è poliglotta. Translate!

30 ott 2014

ottobre 30, 2014 - No comments

Se solo fosse vero

 "Cioè fammi capire: sei andata sotto il suo ufficio e non l'hai chiamato?"

"No."
"..."
"Cazzo fai affà accussì? Non ho chiamato."
"Ma tu sei cretina."
"Sarà, ma mi sono bloccata."
"Ma come bloccata?! Come minimo dovevi proporgli un caffè. Avresti potuto dirgli 'Ciao, senti passavo. Scendi?' Ecco fatto."
"Tu la fai facile. Mi è mancato il coraggio."
"Quindi l'intenzione ce l'avevi..."
"Hai voglia. Ero scesa di casa con guatini e fascette. Ma poi niente."
Lui resta in silenzio.
"Oh, ma che bbuò?!"
"Adesso dimmi un po', che senso ha avuto?"
"Nessuno, ma con tutto quello che non è successo non me la sono sentita."
"A questo punto le cose sono due: o tu prendi troppo seriamente una grossa puttanata, e dico puttanata proprio perchè non è successo niente, oppure qualcos'altro dovrà succedere. Forse è nell'aria, booh. A volte è destino per certe cose."
"Eh, aria fritta. Se doveva succedere sarebbe già successo. Le occasioni ci sono state."
"E tu adesso sei pentita di non averle colte. Torneresti indietro solo per salire su quel treno e vedere com'è dentro."
"Ma anche fuori, eh."
"...Per vedere dove ti porterebbe e fin dove avresti il coraggio di portare lui. Per capire fin dove saresti ancora disposta a spingerti, per appurare cosa..."
"Il problema di fondo è che ci penso continuamente. Sempre. Da mesi."
"Sempre, sempre?"
"Più o meno sì."
"Allora sei innamorata, è semplice."
"E che sarà mai."
"Guarda che una cosa che più semplice e genuina non può essere. Le persone quando s'innamorano si dannano, ne fanno una tragedia. Invece è bellissimo."
"Può essere bellissimo nel momento in cui un amore lo vivi, non se vivi pensando a come sarebbe stato."
"Secondo me è meraviglioso a prescindere. Ci fa capire che siamo vivi, vulnerabili, ancora fragili e che possiamo sopportare anche i rimpianti più atroci."
"Eh, è arrivat' Baudelaire dei poveri."
Silenzio.
"Potresti riprovare, però."
"Ma sì scem?"
"Dai, perchè no?"
"C'è una domanda che mi ha sempre attanagliato lo stomanco ed è questa: 'E se lo vivo e poi si rivela una bruciante delusione?' A me piace parecchio immaginare le cose e se vivendolo il sogno finisse, mi brucerebbe troppo. Vedi, è come se avessi sempre qualcosa da aspettare. Se invece avessi il coraggio di me stessa, in un modo o nell'altro tutto finirebbe. L'attesa e i suoi entusiasmi si eclisserebbero nell'aria e io mi sentirei inevitabilmente vuota. Almeno in questo modo continuo a sognare qualcosa che magari non accadrà mai, però sono sicura di non vivere un'altra mazzata. Di avere ancora la possibilità di correre dietro a qualcosa che vorrei senza avere la certezza matematica di non essere voluta a mia volta."
"Complimenti, bel modo di giustificare la propria vigliaccheria."
"Sarà pure vigliaccheria, ma se solo succedesse qualcosa che mi farebbe capire che posso, lo farei."
"Ne sei sicura?"
"Il coraggio di tentare bisogna averlo e io in effetti questo l'ho già fatto. Ma non ho ottenuto riscontro. Quindi è meglio fare spallucce e abbandonarsi un po' all'illusione del se solo fosse vero. E' la quotidianità che ci corrode, non la capacità di sognare."
"Se solo, però."
"Eh. Se solo."

12 ott 2014

ottobre 12, 2014 - No comments

Un pezzo di cuore

 E così tu ed io abbiamo vinto anche stavolta. Contro la natura che ti si è accanita addosso, contro il destino che in più occasioni ha tentato di portarti via da me. Contro un'economia che mi ha ormai seduta col culo per terra. Non ho più niente... ma ho te. Che mi guardi ogni giorno con l'aria amorevole di un amico e mi festeggi col fare di un bambino. Abbiamo vinto tre anni fa, contro il cancro. Abbiamo vinto sei mesi fa, contro il tuo sangue malato. E adesso questa, contro un tumore subdolo che magari tornerà definitivamente tra un po'. Un'altra battaglia combattuta insieme, che a te ha raddoppiato le rughe e a me ha fatto venire i capelli bianchi. Quando ti ho salutato abbracciandoti, prima che entrassi in sala operatoria col rischio di non svegliarti più e tu hai poggiato il tuo testone sulla mia spalla, sapevo che avevi paura. Perché mi vedevi piangere e sorriderti mentre ti dicevo che sarebbe andato tutto bene. Infatti hai fatto fatica a spostare la testa, come se quell'abbraccio, il nostro solito abbraccio, non dovesse finire mai. E come ho vissuto io l'attesa... Sentirsi dire: "O apro e richiudo e non lo sveglio o opero." Allora inizi ad aspettare una telefonata che ti auguri non arrivi a stretto giro, col petto lacerato, come se stessero squartando te. Eppure ci siamo riabbracciati, hai visto? Siamo forti, tu ed io. Anche se arriverà il giorno in cui dovremo dirci addio, perché il padreterno con voi esseri perfetti ha fatto per l'ennesima volta le cose sbagliate, lo vivremo senza rimpianti perché ci siamo attaccati alla vita con tutta la forza che c'era. Sei la cosa più pura che abbia mai conosciuto. No, qualora dovessero dirmi che va fatta, non ti sottoporrò alla tortura della chemioterapia. Per quello che ancora abbiamo il privilegio di campare, voglio vederti sereno, felice, gioioso. Non meriti di soffrire ancora, no. Tu queste parole non le leggerai mai, ma tanto non ne hai bisogno: sai meglio di me quale lato del mio cuore sei. E che una parte di me morirà con te, quando sarà il momento. Adesso no, Fauno. Adesso no.