La cardarella è poliglotta. Translate!

15 nov 2012

novembre 15, 2012 - No comments

Tweet hungry, tweet choosy

 Si potrebbe riassumere tutto in una frase che ho letto su Twitter tempo fa e che venne scritta da una delle pochissime persone che incontrerei nella vita reale: @ziacoca


 "Il numero di followers non è proporzionale al numero di neuroni."

E' tuttavia triste constatare come gente che davvero meriterebbe attenzione, viene invece oscurata da altra che, gira che ti rigira, scrive sempre le stesse cose. Concetti triti e ritriti che ormai non servono neanche più a condire il brodino invernale della sera. Quello che è quasi sconvolgente è che quelle stesse parole, quelle che sanno di muffa rattrappita, vengono anche riprese da colleghi e spiattellate a comodo su giornali cartacei o meno. Il meccanismo che si crea è qualcosa di stomachevole. L'autore del tuitt, quando scrive qualcosa che tappa un buco altrimenti vuoto sulla pagina di un settimanale o un quotidiano, si sente osannato. Crede di essere diventato indispensabile in qualsiasi Timeline. E effettivamente, cosa ancor più alienante se vogliamo, la gente lo segue. Vede il numero dei followes aumentare e, come pecora, si unisce al gregge. Forse pensando che se tutta quella gente segue tizio, è perchè tizio scrive cose interessanti. Tutto sulla base del concetto italiano "lo fanno tutti, lo faccio anch'io." Riflettere con la propria testa costa troppo, eppure è ancora esentasse. Ho letto persone meravigliose, su Twitter. Gente che non incontrerò mai, ma alla quale auguro una silenziosa buonanotte ogni sera, quando spengo il Pc o metto in stand by il cellulare. Nonostante la loro palese bellezza di cuore, il loro intelligente sarcasmo e tanta raffinata acutezza, non vengono prese adeguatamente in considerazione. E' un peccato pensare che la folla ha gli occhi oscurati da qualche morto di followers che se venisse letto ogni giorno, con la dovuta e critica attenzione, si rivelerebbe un palloncino sgonfio. Pregno di non so neanche cosa, ma che puzza di chiuso. Da Twitter si vede molto dell'Italia di oggi. Ma se manca la meritocrazia finanche su una puttanata come Twitter, come vogliamo sperare vega esercitata per l'intero Paese? 

I tuitt che fanno da tappabuchi (perchè fanno solo da tappabuchi, è inutile illudervi di essere il nuovo Montanelli. Se lo foste, non stareste su Twitter.) sono scritti sempre dalle stesse persone. Mai una volta che Francesca Castellano infili nel suo Twittgì su Panorama gente come @GigiGaudiano@Zziagenio78 tanto per citarne un paio. 
Mai una volta che abbia letto un'intervista di Andrea Delogu su Panorama fatta a un qualche povero Cristo che di followers magari ne ha 48, ma che scrive la verità, che magari ha realmente una vita interessante, e non tenta (e questa è una cosa che mi fa veramente incazzare, ma che su Twitter accade) di far credere alla gente di essere un giornalista quotato che dedica briciole del suo tempo libero al social network. L'unica intervista che ho letto su Panorama e che davvero è stata degna di nota, l'ha scritta @stellastrala. Un social è un gioco fine a se stesso, ma è anche una finestra sul Paese. 
Una sorta di squarcio che, in questo caso, mi fa capire che siamo pecore. 
E che la merda, ce la meritiamo tutta.